Data la natura dell’articolo, è necessario che abbiate letto prima l'albo perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrebbe rovinarvi i colpi di scena presenti. Quindi se ancora non lo avete letto ma avete intenzione di farlo, NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA.
LEGAL DRAMA – L’idea per questa storia è nata dalla passione di noi due per i film e le serie tv di questo tipo, e per la curiosità di provare a costruire una storia interamente da un punto di vista legale. Inizialmente, infatti, lo spunto principale è stato il film del 1957 diretto da Sidney Lumet “La parola ai giurati”, in originale “12 Angry Men” (apriamo parentesi: se non lo avete visto, andate a vederlo! chiudiamo parentesi): prendendo spunto da quel film (niente spoiler, non preoccupatevi) volevamo ambientare tutta questa storia all’interno della stanza con i giurati, raccontando gli eventi attraverso frequenti flashback. L’idea, forse un po’ troppo ambiziosa, si è rivelata subito complessa da mettere in scena, e quindi abbiamo allargato anche alla possibilità di vedere alcuni parti del processo, sempre però raccontando gli eventi con Diabolik in campo solo in flashback. Anche questa seconda soluzione, però, comportava diversi problemi.
FIN DALL’INIZIO EVA – Il titolo di lavorazione è stato “La Giurata”, perché fin dalla prima stesura avevamo ben chiaro in mente che la protagonista dovesse essere Eva, che avrebbe preso il posto di una giurata. E così è stato.
COSA RUBIAMO? E A CHI? – La questione fondamentale, qui come in tutte le storie diabolike, è stata capire bene chi i nostri devono derubare e cosa devono fare per riuscirci. In questo nostro caso, le combinazioni erano molteplici: l’obiettivo è l’imputato e dobbiamo tenerlo dentro il più a lungo possibile; oppure, l’obiettivo è l’imputato ma dobbiamo farlo uscire subito perché ci serve lui per aprire la cassaforte o ricevere una spedizione; l’obiettivo può essere invece un giurato e dobbiamo tirare in lungo per carpirgli informazioni nella stanza della giuria; oppure ancora, l’obiettivo è un giurato e dobbiamo tenerlo lontano da casa il più possibile. Montando e smontando ogni possibile pezzo del puzzle, abbiamo infine optato per quest’ultima soluzione, caricando quindi la figura dell’imputato (facciamo anche che la ragazza che ha ucciso era incinta? Ma sì!) e costringendo Eva, con la maschera della giurata, a fare un lavoro che ha fin da subito detestato.
PROVE SÌ, MA NON TROPPE – Una volta decisa la linea da seguire, un altro punto che avevamo chiaro, infatti, era il “mal di pancia” di Eva: volevamo che Eva fosse costretta, per il buon andamento del colpo, a prendere le parti dell’imputato, pur sapendolo colpevole di un odioso femminicidio. Quindi, Eva e Diabolik avrebbero dovuto creare qualche falsa prova a sostegno del cattivo. A sostegno… ma non troppo, perché il vero obiettivo della nostra coppia non era scagionare Giorgio, quanto tirare in lungo con i tempi del processo. Quindi: non proprio prove, ma indizi, e soprattutto nulla che fosse decisivo. Abbiamo esaminato numerose possibilità e alla fine abbiamo optato per una soluzione che potesse far nascere qualche “ragionevole dubbio”, senza però essere determinante. Almeno così credevano i Nostri…
CLERVILLE O… AMERICA? – Un altro problema è stato adattare la nostra idea al sistema giudiziario clervillese. Noi siamo partiti lanciati ricalcando il sistema americano, che abbiamo imparato a conoscere non per esperienza diretta (finora), ma tramite film e serie tv, alcune delle quali ne spiegano con dovizia di particolari il funzionamento.
A Clerville, però, anche per quanto visto in passato, il sistema giudiziario è un po’ diverso e quindi, con l’aiuto di Mario Gomboli e Andrea Pasini, ci abbiamo lavorato sopra per diverso tempo: la parte più strettamente “legale”, infatti, è stata quella soggetta a più ripensamenti e rifacimenti, sia in fase di soggetto sia in fase di sceneggiatura, che abbiamo a un certo punto della lavorazione affrontato a parte, lavorando solo sulle tavole in tribunale e nella sala della giuria, per poi montarle alla fine insieme alle scene all’esterno e con Diabolik protagonista.
IL TEST DEL PARQUET – Diabolik viene messo sul chi vive dagli scricchiolii del parquet. Quanto è realistica questa soluzione? Uno di noi (come sempre, non diciamo chi) ha eseguito un test a casa di un’anziana zia, che vive in un appartamento d’epoca, che non ha conosciuto ristrutturazioni da un buon mezzo secolo…
Il parquet del salotto è decisamente d’epoca e gli scricchiolii si sentivano distintamente anche in corridoio. Esame superato!
Che cosa non ci si inventa per voi…