Data la natura dell’articolo, è necessario che abbiate letto prima l'albo perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrebbe rovinarvi i colpi di scena presenti. Quindi se ancora non lo avete letto ma avete intenzione di farlo, NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA.
DOSARE LA VIOLENZA– Il soggetto della storia prevedeva la presenza di fotografie e filmati di tortura estrema, quindi ci siamo posti un interrogativo: quanto di tutto ciò avremmo dovuto mostrare?
Quando possibile, su Diabolik si cerca di evitare scene eccessivamente violente, per cui la decisione, alla fine, è stata di mostrare il minimo indispensabile: un paio di foto di una ragazza che viene frustata e urla, più il momento in cui una viene marchiata. Abbiamo quindi scelto di rendere l’orrore di quanto accade, principalmente attraverso i pensieri e le parole di Eva.
DA CRONENBERG A DIABOLIK – Per il momento, non mi sembra di aver visto commenti di lettori che lo hanno notato, comunque l’aspetto della stanza delle torture e le vesti indossate dai torturatori sono volutamente ispirati al film del 1983 “Videodrome”, di David Cronenberg.
Oltre al divertimento personale di citare un film cult, la scelta è dovuta anche al fatto che il regista aveva dovuto affrontare un problema simile al nostro: cioè rappresentare visivamente scene di tortura mostrando in realtà pochissimo. Per il resto, comunque, il visionario di film di Cronenberg e questa vicenda non hanno nulla in comune.
EVA (NON) INDAGA – Nelle prime versioni del soggetto, Diabolik ed Eva non rientravano immediatamente a Clerville dopo il colpo, ma restavano nel Ferland un giorno in più. Si era quindi pensato di inserire una scena in cui Eva compiva delle indagini, infiltrandosi alla centrale di polizia per leggere i rapporti sul caso, e scopriva che la cassetta di sicurezza era intestata a una società di comodo, per cui era impossibile risalire al proprietario. L’indagine di Eva è poi stata scartata, sia perché, in fondo, non portava ad alcun risultato, che per motivi di spazio.
FRONTE O SPALLA? – Inizialmente era previsto che le vittime dei torturatori venissero marchiate in fronte. Questo, sicuramente, avrebbe reso visivamente più forte il video in cui alla ragazza viene impresso il marchio, ma ritenevamo che in questo modo sarebbe stato più sgradevole, per i lettori, vedere il viso delle ragazze torturate. Il marchio è stato quindi spostato sulla spalla, ad eccezione di quello applicato da Eva nel finale su Dresser.
Come immagine da imprimere nella carne, è stata scelta la stella a cinque punte perché era semplice da raffigurare, ma per evitare qualsiasi riferimento al satanismo è stato deciso che NON dovesse essere iscritta in un cerchio; per errore, però, la decisione non è stata comunicata a Buffagni, che in copertina l’ha raffigurata proprio racchiusa in un cerchio.
UN BOSCO TROPPO TRAFFICATO – La sequenza con la ragazza in fuga nel bosco presentava un problema: doveva venire ritrovata da degli uomini armati, in modo che i suoi inseguitori decidessero che fosse meglio fuggire invece di affrontarli. Era logico pensare a dei cacciatori, ma la caccia è consentita solo dall’alba al tramonto, non di notte. Quindi dovevano essere dei bracconieri? Ma in quel caso non sarebbero stati così solerti nel portarla in ospedale e consegnarla alle autorità, dato che la faccenda avrebbe potuto causargli dei problemi legali.
A un certo punto si era anche pensato che potessero essere delle guardie forestali a caccia di bracconieri, ma questo significava che in quel bosco si aggiravano sia gli uni che gli altri; troppa gente perché non apparisse ridicolo che i criminali avessero scelto proprio quel posto per occultare il cadavere in segretezza.
Alla fine si è optato per una soluzione semplice: ambientare la scena non molto prima dell’alba, con normali cacciatori che attraversano il bosco per raggiungere un punto prescelto in cui cacciare quando sorgerà il sole.
NIENTE CORROTTI IN OSPEDALE –Un’altra cosa che è stata modificata in corso d’opera è il fatto che inizialmente l’agente di guardia alla fuggiasca ricoverata in ospedale veniva corrotto dagli uomini di Dresser e lasciava il suo posto per permettere a loro di agire. Ma il fatto che avessero trovato un poliziotto disposto a farsi corrompere facilmente rappresentava un colpo di fortuna un po’ sfacciato per i torturatori, e anche per Eva, che approfittava della sua assenza per intrufolarsi nella camera. Abbiamo quindi preferito sostituire la guardia corrotta con una integerrima che viene drogata da Eva.
GRAFFITI DA ORIENTE – Da soggetto era previsto che le pareti della cella della villa di Dresser in cui Eva si ritrova rinchiusa nel finale, fossero ricoperte di graffiti con messaggi disperati tracciati col sangue dalle vittime tra una sessione di tortura e l’altra. Era un’idea visivamente forte, che mi piaceva particolarmente, ma presentava un problema: le vittime erano tutte ragazze arrivate da poco nel Ferland da un paese orientale: si poteva immaginare che qualcuna conoscesse anche la lingua locale, ma la stragrande maggioranza no. Quindi, di logica, i graffiti avrebbero dovuto essere in ideogrammi cinesi o qualcosa di simile, ma ovviamente i lettori (o perlomeno la stragrande maggioranza di essi) non conoscono il cinese – e nemmeno io, in realtà – per cui sarebbe stato impossibile per chi leggeva conoscerne il contenuto a meno di non farli tradurre da Eva stessa. Ragion per cui, si è deciso di eliminarli.
IL TITOLO – Il titolo di lavorazione della storia era “Ignominia” (e Dresser, nel soggetto veniva chiamato “l’ignobile”). Era un titolo che non avrebbe trasmesso efficacemente il concetto della storia, quindi doveva essere cambiato. Personalmente avevo proposto “Marchiate a Morte”; la redazione ha deciso per qualcosa di simile: “Marchio di Morte”.