DRITTI ALL’OBIETTIVO – Questo è un numero speciale: l’anniversario di Altea! In teoria, quindi, avrebbe dovuto essere più difficile da trattare rispetto a una storia, diciamo, classica. In pratica, invece, lo sviluppo è stato tra i più lineari da noi affrontati.
Quando abbiamo cominciato a pensare a come festeggiare Altea, subito si è pensato al suo matrimonio. In passato, però, c’erano già stati un marito e un altro matrimonio, e quindi la prima cosa che abbiamo fatto è stata documentarci.
Con l’aiuto della redazione abbiamo selezionato gli albi da rileggere suddivisi in tre temi: Essenziali – Il Passato – Crisi Ginko Altea. In tutto, tra serie classica e Grandi Diabolik, una dozzina di storie fondamentali per avere chiara la scacchiera sulla quale far muovere i pezzi. Anche dopo la lettura, il matrimonio, o meglio un nuovo matrimonio è rimasta l’opzione su cui lavorare. Il titolo di lavorazione, perciò, è stato: “Il matrimonio di Altea”.
GINKO O NON GINKO – Una volta deciso che Altea si sarebbe ri-sposata (o ri-ri-sposata se contiamo anche l’unione, non valida, celebrata nel Grande Diabolik “Matrimonio in nero”), abbiamo aperto il casting per il fortunato. Inizialmente, uno di noi aveva pensato a una storia molto più romantica di quella poi effettivamente realizzata: Ginko e Altea avrebbero coronato la loro storia d’amore, e la scena finale sarebbe dovuta essere un ballo.
La stessa Eva, durante la storia che avrebbe visto un bottino diaboliko presente al ricevimento, in un dolce slancio empatico si sarebbe anche lasciata scappare una frase rivolta al suo amore: “Ma non possiamo lasciarli stare neanche nel giorno del loro matrimonio?!?”
Ma in redazione non abbiamo trovato nessuno di così romantico, e la storia ha preso subito un’altra direzione. In verità, per chi scrive fumetti (e anche, forse soprattutto, per chi li legge), proporre un cambio così radicale nella continuity dei personaggi è una mossa che sconvolge troppo. Quindi il marito non sarebbe stato Ginko, e quindi il matrimonio non sarebbe potuto essere un “vero” matrimonio.
Il prescelto è stato definito precisamente in una fase successiva, ma sicuramente sarebbe dovuto essere l’opposto di Ginko: biondo e con la barba.
QUALE BOTTINO? – Inizialmente si è pensato a un bottino diaboliko durante il ricevimento di nozze: una trappola per Diabolik oppure una semplice coincidenza? Deciso che sarebbe stato un finto matrimonio, l’unica possibilità diventava una trappola per Diabolik.
Sono sorte perciò le consuete domande di quando si scrive una storia: perché adesso? Che cosa c’è di speciale in quel bottino per proporlo adesso?
Mmm… non abbiamo trovato risposte soddisfacenti.
Dovevamo volgere l’attenzione ad altro, magari a qualcosa del passato di Altea, per rendere più profonda l’idea di anniversario.
Ed ecco la risposta, una semplice proporzione matematica: Ginko sta a Diabolik come Altea sta a… i Corvi Grigi.
BRUTTI E CATTIVI – I Corvi Grigi erano i perfetti antagonisti da reintrodurre. Ed ecco le consuete, altre, domande: tornano veramente? Hanno precisi contatti con quelli visti in passato? Ma la domanda che ci ha indirizzato definitivamente (perché spesso gli snodi fondamentali di una storia sono risolti dalle domande, non dalle risposte) è stata: che cosa li vediamo fare, se tornano veramente?
Ecco, prima di pensare a rispondere alla domanda ci è stato chiaro che questa sotto-trama avrebbe richiesto troppo spazio nella storia, deviando l’attenzione dai protagonisti Altea, Ginko, Diabolik ed Eva.
A questo punto, i dati del problema erano: 1) un matrimonio che deve sembrare vero, ma che non lo è; 2) il ritorno dei Corvi Grigi che deve sembrare vero, ma che non lo è.
Mmm… così non funzionava.
La soluzione del problema è stata, semplicemente, invertire questi dati.
Poi aggiungere Volpone, definire il finto marito, pensare al vero cattivo (che avrebbe fatto una brutta fine) e a un bottino diaboliko da poter ottenere solo in questa situazione.
IL “COCCOLONE” – In una delle prime stesure del soggetto, la vicenda iniziava con lo zio Volpone colto da quello nel testo avevamo chiamato “un coccolone”. Un infarto, un colpo apoplettico, un grave ictus... In altre parole, un colpo da KO, che mettesse seriamente a rischio la sua vita e facesse temere fino all'ultimo che il vecchio zio non riuscisse a sopravvivere all'episodio. Questa soluzione è stata però ben presto abbandonata. Perché? Francamente, nessuno di noi si ricorda il motivo. Forse, un evento del genere sarebbe stato poco compatibile con il progetto matrimoniale di Altea: in una società aristocratica e tradizionalista come quella del Beglait, non sarebbe mai stato accettato che Altea convolasse a nozze con qualcuno, nobile o no, all'indomani di una simile disgrazia. E poiché il matrimonio era il punto fermo della storia, si è presto rinunciato all'idea del “coccolone”. Ma forse la vera ragione è un’altra. Spesso, per uno sceneggiatore, gli spunti e le idee sono come il maiale: non si butta via niente. E così anche l’idea di una disgrazia (grave? mortale?) per lo zio generale potrebbe essere un’idea forte, degna di diventare il fulcro di una futura storia. Quindi, Volpone può tirare un sospiro di sollievo, per ora, ma dovrà sempre tenere presente che del domani non vi è certezza...
GIOIELLO FASULLO E CON IL CHIP – Nella versione 75 del soggetto (o forse era la 76?), a un certo punto ci si immaginava che Altea, credendo di essere alle prese con una congiura dei Corvi Grigi, facesse collocare tra i gioielli anche un “falso”, contenente un chip, che avrebbe consentito ai servizi segreti del Beglait di seguire a distanza l’intermediario dei Corvi Grigi per poi arrestare tutti i congiurati. L’espediente si sarebbe rivelato poi un serio pericolo per Diabolik. Idea scartata subito, perché implicava una serie di mosse troppo macchinose, e sostituita da nuove soluzioni nelle versioni 77 e seguenti...
LA BATTUTA – C’è una battuta che riassume la storia, ed è anche quella che ci siamo divertiti di più a scrivere. La inizia Eva e la conclude Diabolik, a fine tavola 81 (pagina 83). Non la riportiamo qui, andate a riprenderla e leggetela alla luce di quanto scritto qui sopra.