Clerville. La maggior parte delle avventure di Diabolik ha per teatro uno Stato e una città simili, ma non esattamente uguali, ai nostri. Si chiamano entrambi Clerville (lo Stato è omonimo della sua capitale) e là è normale incontrare per strada una nera Jaguar E-Type del '62 senza immediatamente pensare al Re del Terrore; nelle strade ci sono più gioiellerie che supermercati, più musei che alberghi, più banche che ristoranti. E, per quanto si sia potuto vedere, molte carceri e molti tribunali… ma una sola chiesa.
Quando, quasi cinquant'anni addietro, Angela Giussani si trovò a dover scegliere l'ambientazione per le avventure del suo personaggio, escluse immediatamente le città nordamericane e preferì un contesto europeo, più coerente alla sua cultura e alla letteratura di riferimento dei suoi soggetti: il feuilleton francese d'inizio secolo scorso.
Ma Luciana, appena affiancò la sorella nella stesura delle sceneggiature, si rese conto delle difficoltà di gestire liberamente le storie in un ambiente realmente esistente. Diventava impossibile conciliare la realtà geografica con l'esigenza narrativa di avere, per esempio, alte montagne a poca distanza dalla città. Così decisero di optare per una città, e un Paese, "ai confini della realtà", ovvero non reali ma assolutamente realistici perché le due Autrici tenevano comunque a inserire nelle storie messaggi legati alla vita quotidiana dei loro lettori, per far sentire Diabolik come "persona" prima che come "personaggio".